Manduria

manduria-palazzoSui ruderi del castello medievale fu concepita una nuova residenza principesca da don Michele III Imperiali, feudatario di Casalnuovo nel 1717 come elemento fondamentale di un importante piano di rinnovamento urbanistico della città. Il palazzo è concepito secondo lo schema classico della dimora urbana, a pianta quadrata e isolato sui quattro lati: per lo stile severo ed austero risultano evidenti le caratteristiche di unicità nel panorama del tardo barocco salentino, dal quale esso si discosta decisamente. Interessanti appaiono, invece, le analogie con esempi tardomanieristici romani a cavallo tra XVII eXVIII secolo. L’unica concessione al gusto rococò del tempo è costituita dalla lunga balconata in ferro lavorato “a petto d’oca”.

Siti archeologici

Nell’area a nord-est della città (a ridosso della chiesa di Sant’Antonio) si trova il Parco archeologico delle Mura messapiche, frutto di scavi che hanno portato alla luce la più grande necropoli messapica mai scoperta (circa 2.500 tombe), assieme ad ampi tratti delle tre cerchie murarie (costruite con grandi blocchi di pietra incastrati tra di loro) che fortificavano la città in periodo messapico, il Fonte Pliniano e la chiesa di san Pietro Mandurino. Nell’area archeologica, immediatamente a sud del convento di Sant’Antonio, sorge il Fonte Pliniano. Risale quasi certamente all’epocamessapica ed è situato nei pressi dell’antico abitato (messapico anch’esso), a poca distanza dalle mura; prende il nome da Plinio il Vecchio, che descrisse il fonte nella sua Historia Naturalis. È una grande caverna naturale di 18 metri di diamentro e 8 metri d’altezza, accessibile da una scala a due rampe, con 20 gradini, scavata anticamente nella roccia. Nella volta si apre un lucernario quadrato, parzialmente costituito da grandi blocchi usati in periodo messapico; il punto da cui filtra la luce presenta un muro circolare di accurata fattura (rifacimento successivo di epoca imprecisata). Il fatto più sorprendente, però, è che proprio in quel punto vi mette le radici un mandorlo.[7] All’interno della grotta c’è una vasca, cinta anch’essa da un muro rotondo, dove tuttora scorre l’acqua proveniente del fonte, dalla stessa sorgente sotterranea che Plinio descrisse con molto stupore: l’acqua, infatti, mantiene sempre costante il suo livello, anche quando veniva anticamente usata per ogni uso dai manduriani. Ciò avviene perché il pavimento della caverna è posto al livello della falda, e quindi l’acqua filtra attraverso la roccia e mantiene il livello inalterato. Il fonte pliniano fu usato dai Messapi come un luogo di culto, dedicato probabilmente ad una divinità delle acque.

 

Il parco archeologico delle Mura messapiche 

Si estende per 150.000 m² a nord-est del comune di Manduria, inprovincia di Taranto. Al suo interno sono conservati ampi tratti della triplice cerchia di mura che in età messapica circondava la città, la più grande necropoli messapica mai scoperta (circa 2.500 tombe databili dal VI al II secolo a.C.), il Fonte Pliniano (un pozzo alimentato perennemente da una falda acquifera sotterranea), e la chiesa di San Pietro Mandurino, di epoca medievale.

Mura

La Manduria del periodo Messapico era circondata da una triplice cerchia muraria (datata tra il V ed il III secolo a.C.), una interna, una esterna ed una disposta tra le prime due. La prima cerchia muraria, quella più interna, fu costruita tra V e IV secolo a.C.; ha un perimetro di 2.187 metri e un diametro di 842 metri. Fu edificata con grossi massi di pietra locale incastrati tra loro (senza quindi l’uso di malta). Prima di questa cerchia muraria vi è un fossato, largo e profondo 4 metri.La cerchia di mura intermedia, costruita nel IV secolo a.C., fu ottenuta interrando il fossato e seguendo lo stesso perimetro della cerchia antica (proprio sotto questa mura fu ucciso il re di Sparta Archidamo, nel 338 a.C.). La cinta esterna risulta essere quella meglio conservata e quella più imponente: costruita con la tecnica dell’opus quadratum, ha un perimetro di 3.382 metri ed un diametro di 1.290 metri. Inoltre raggiunge un’altezza e uno spessore di 5 metri.[4] Anche questa cerchia è preceduta da un fossato, largo 6,50 metri e profondo 5. Quest’ultima cerchia di mura fu costruita intorno al III secolo a.C

mura messapiche

Necropoli

All’interno del sito, a ridosso delle mura, è presente la più vasta necropoli messapica mai scoperta (2.500 tombe in totale). La scoperta e la conseguente tutela della necropoli è avvenuta nel 1932, ad opera di Quintino Quagliati, soprintendente ai beni archeologici della Puglia. Negli anni successivi sono stati condotti nuovi scavi che hanno portato alla luce nuove tombe con all’interno i corredi funebri. Le varie tombe scoperte percorrono un arco temporale che va dal VII al II secolo a.C. Si è notato, inoltre, che le tombe più recenti hanno subito cambiamenti sia della struttura che del tipo di sepoltura del defunto. Tra i vari modelli di tombe, prevalgono quelle del tipo a fossa rettangolare disposte a gruppi, probabilmente in base al ceto sociale: molte di queste sono intonacate e presentano anche tracce di pittura.

Fonte Pliniano

Nell’area archeologica, iplinianommediatamente a sud del convento di Sant’Antonio, sorge il Fonte Pliniano. Risale quasi certamente all’epocamessapica ed è situato nei pressi dell’antico abitato (messapico anch’esso), a poca distanza dalle mura; prende il nome da Plinio il Vecchio, che descrisse il fonte nella sua Historia Naturalis. È una grande caverna naturale di 18 metri di diamentro e 8 metri d’altezza, accessibile da una scala a due rampe, con 20 gradini, scavata anticamente nella roccia. Nella volta si apre un lucernario quadrato, parzialmente costituito da grandi blocchi usati in periodo messapico; il punto da cui filtra la luce presenta un muro circolare di accurata fattura (rifacimento successivo di epoca imprecisata). Il fatto più sorprendente, però, è che proprio in quel punto vi mette le radici un mandorlo. All’interno della grotta c’è una vasca, cinta anch’essa da un muro rotondo, dove tuttora scorre l’acqua proveniente del fonte, dalla stessa sorgente sotterranea che Plinio descrisse con molto stupore: l’acqua, infatti, mantiene sempre costante il suo livello, anche quando veniva anticamente usata per ogni uso dai manduriani. Ciò avviene perché il pavimento della caverna è posto al livello della falda, e quindi l’acqua filtra attraverso la roccia e mantiene il livello inalterato. Il fonte pliniano fu usato dai Messapi come un luogo di culto, dedicato probabilmente ad una divinità delle acque.

sPietroMandurino_2_1Chiesa di San Pietro Mandurino

Anch’essa inclusa nel parco archeologico, probabilmente risale all’età ellenistica, epoca in cui era una tomba a camera.

Successivamente, tra l’VIII ed il IX secolo fu costruita la cripta sotterranea, adibita al culto bizantino; la chiesa superiore, invece, è datata tra X e XII secolo. In epoca successiva la chiesa fu abbandonata fino al 1724, quando l’allora vescovo di Oria decise di farla restaurare (vi è anche una lapide che lo attesta). La chiesa, orientata in direzione est-ovest, secondo il rito greco, ha due navate e due absidi divise da tre pilastri. Inoltre è divisa in due ambienti da un grande arco centrale. Di questi due ambienti, uno ha una volta a cupola,[12] mentre l’altro è voltato a botte. Lungo le pareti della chiesa e della cripta sottostante sono presenti affreschi raffiguranti santi di difficile datazione (forse di epoca bizantina) a causa dei pesanti rimaneggiamenti del XVIIIe XIX secolo.Nel 1972, sotto il pavimento dell’edificio, sono state scoperte alcune tombe di epoca medievale.

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