Oria

Corteo Storico di Federico II

L’imperatore procedeva “

in tutta la sua gloria con numerose quadrighe cariche di oro e di argento, bisso e porpora, gemme e suppellettili preziose, con cammelli e dromedari,
scortato anche da molti Saraceni ed Etiopi, esperti in diverse arti, accompagnati da scimmie e leoparti, guardiani del denaro e del tesoro di corte, in
una folta moltitudine di principi…

” (Gotifredi Viterbiensis, in “Monumenta Germaniae Historica”, 1866)

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La manifestazione trae origine dal bando emanato da Federico II nel 1225 per “sollazzare” gli abitanti della “fedelissima cittade d’Orea” in attesa delle
nozze con la promessa sposa Isabella di Brienne, che avvennero nel novembre dello stesso anno nella cattedrale di Brindisi.

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Il Corteo Storico di Oria rappresenta la più importante rievocazione medievale del periodo fridericiano che si svolga oggi in Italia. Oltre quattrocento
figuranti in costume d’epoca sfilano lungo le principali vie della cittadina, fastosamente addobbate con i vessilli colorati dei quattro rioni.

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Lo sfarzo dell’epoca fridericiana viene rappresentato fedelmente attraverso movenze e portamenti di nobili, dame, cavalieri, giullari, uomini di corte,
paggi e armigeri. Uno spettacolo stupendo di colori e musiche, sensazioni e atmosfere che è davvero unico per la ricercata meticolosità nei particolari.

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Il Corteo Storico si conclude nella suggestiva Piazza Manfredi, dove l’araldo legge il bando emanato da Federico II nel 1225 per bandire il Torneamento tra
i quattro rioni della Cittade.

E’ lo stesso Imperatore, a conclusione di una suggestiva cerimonia con danze e musiche medievali ed una coreografia particolarmente suggestiva con
mangiatori di fuoco e giocolieri, a presentare a cortigiani e contradaioli l’ambito Palio, il sogno inseguito per tutto l’anno dai quattro rioni.

Fonte: http://www.comune.oria.br.it/ http://www.brindisiweb.it/

Trae origine dal bando che l’Imperatore Federico II volle emanare nel 1225, durante un periodo di permanenza ad Oria.

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Atleti e cavalieri appartenenti ai quattro rioni si sfidano nelle durissime
prove di stampo medievale valide per l’assegnazione dell’ambito “Palio”.

Uno spettacolo stupendo di colori e sensazioni che si avvale dell’alto patrocinio della Presidenza della Repubblica e che da qualche anno è abbinato ad una
delle lotterie nazionali, grazie anche al gemellaggio con le città federiciane di Jesi e Palermo.

Un appuntamento da non perdere che si ripete ogni anno – dal 1967, nel secondo fine settimana di agosto – per rivivere una delle pagine più affascinanti e
misteriose della storia pugliese.

Le gare

Per vincere il Palio gli atleti dei quattro rioni dovranno conquistare il maggior numero di punti durante cinque prove (ariete, botte, forziere, gara del
ponte, velocità e destrezza), il cui ordine di svolgimento viene sorteggiato poco prima dell’inizio del Torneamento.

Ogni prova dà diritto a quattro punti al primo classificato, tre al secondo, due al terzo e uno all’ultimo. Chi non dovesse concludere la prova o non
presentarsi alla partenza non riceve alcun punto. In caso di parità è prevista una prova di spareggio.

Sfida tra cavalieri

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I primi a cimentarsi nella gare sono i cavalieri dei quattro rioni. Le loro prove sono particolarmente spettacolari anche se non valgono ai fini
dell’assegnazione del Palio. Esse servono idealmente a riscaldare l’animo dei contradaioli e a ricreare alla perfezione l’atmosfera della sfide
cavalleresche medievali.

Ariete

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A questa gara prendono parte due atleti per ogni rione. Al via del giudice di campo, ogni gruppo di atleti imbraccia un ariete pesante ottantacinque chili
e lo trasporta per sessantacinque metri, fino a sfondare un portone. Poi, un atleta di ogni rione prenderà una bandierina con i colori rionali e, di corsa,
tornerà al punto di partenza.

Botte

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Un atleta per ogni rione, al via del giudice di gara, percorre novantacinque metri fino a raggiungere una botte. Dopo averla attraversata, raccoglierà una
bandierina dei rione, per poi tornare al punto di partenza. E’ una prova di velocità che simboleggia la scaltrezza di chi era costretto a fuggire superando
spesso anche strani ostacoli, come una botte.

Forziere

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Gli atleti, uno per ogni rione, dopo il via dei giudici di campo, raggiungono un forziere pesante circa ottanta chili e lo trascinano con una corda per
sessanta metri fino a portarlo fuori dalla linea di arrivo. Aprono poi il forziere e prendono la bandiera con i colori del proprio rione, issandola su un
apposito supporto, distante venti metri. Si tratta di una prova di forza dal valore simbolico, legata al mistero dei forzieri tipico dell’epoca medievale.

Gara del ponte

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Un atleta per ogni rione, al via del giudice di gara, percorre un tracciato di circa duecento metri, durante i quali incontrerà diversi ostacoli (asse di
equilibrio, scalinate e ponte) che dovrà superare senza esitazioni prima di raggiungere una scala, dove collocherà una bandierina del proprio rione e dovrà
alzare il braccio in cielo in segno di vittoria.

Velocità e destrezza

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Un atleta per ogni rione, dopo aver percorso un tratto di corsa, raggiunge una corda all’estremità della quale è collocata una bandierina che dovrà essere
recuperata e issata all’estremità di una scala a pioli, dopo un ulteriore tratto di corsa.

Castello Svevo

L’imponente maniero fu realizzato tra il 1225 e il 1233 per ordine dell’Imperatore Federico II nella parte più alta della città.

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Il Castello ha la forma di un triangolo isoscele con base a sud e vertice a nord e presenta tre torri nel muro meridionale lungo 88 metri: “Quadrata”, “Del
cavaliere”, “Del Salto”. Il muro orientale, con merli e due porte, è lungo 107 metri. Nella parte occidentale, che misura circa 110 metri, ci sono i
fabbricati e l’antico ingresso un tempo munito anche di ponte levatoio. Al vertice si trova la torre “Dello Sperone”, simile alla prua di una nave, dalla
quale è possibile ammirare uno stupendo paesaggio. Questa particolare forma del castello gli è valso l’appellativo di “Vascello natante nell’aria”.

L’antico maniero è anche conosciuto come il “Gigantesco gioiello di pietra” (così lo definì Bourget. La massiccia Torre Quadra (detta anche “Del Maschio” o
“Del Becco”) è certamente opera federiciana, mentre le torre cilindriche sono di epoca angioina. Dalla terrazza della torre “Del Cavaliere” è possibile
dominare un vasto territorio e le posizioni delle città limitrofe sono indicate su un’apposita lastra marmorea di orientamento. Imponente anche la piazza
d’armi, capace di accogliere fino a cinquemila soldati. Ai piedi della Torre Del Salto si trova l’antichissima cripta dei Santi Crisante e Daria, primi
protettori della città. Sono i resti della chiesa ipogea fatta edificare intorno alla metà dell’800 dal vescovo Teodosio.

Dagli elementi architettonici e da quel che è rimasto degli affreschi si fa risalire la cripta all’epoca basiliana. Il castello è stato dimora di principi,
cavalieri, marchesi e baroni, oltre ad essere meta di studiosi provenienti da tutto il mondo. La famiglia Romanin – Caliandro, fautrice della rinascita di
questo bene monumentale, ha acquistato il Castello nel 2007: lavori di consolidamento statico ed un restauro conservativo, svolti completamente a proprie
spese e durati tre anni, ne hanno riportato in luce bellezza e pregio.

Contatti

Telefono: 0831 84 56 59 – Email:

info@castellodioria.it

– Sito web: www.castellodioria.it

Fonte: http://www.comune.oria.br.it/ http://www.brindisiweb.it/