San Pietro in Bevagna

La Chiesa di San Pietro


Al centro del paese vi è la chiesa di S. Pietro, a ridosso della Torre medioevale. Sorge nel luogo ove si dice sbarcò l’Apostolo Pietro insieme con gli
Apostoli Andrea e Marco, mentre si dirigeva verso Roma, per rifornirsi di acqua. Sorgente in effetti presente dietro la foce del fiume Chidro, 200 mt circa
in direzione sud. La sorgente è profonda circa 12 mt, con acqua cristallina che consente spettacolari immersioni.

Foto: www.prolocomanduria.it

Sarcofagi Sub – San Pietro in Bevagna

 

 

 

 

 

 

 

 

L’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro e la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia insieme, per la valorizzazione del relitto di San Pietro in Bevagna. Il Nucleo per gli Interventi di Archeologia Subacquea dell’ISCR svolge da anni interventi conservativi e restauri sott’acqua per la conservazione e la valorizzazione del Patrimonio sommerso. Si ricordano i lavori riguardanti le peschiere della villa romana di Torre Astura (Roma) e, soprattutto, dal 2003, i restauri dei monumenti del Parco Archeologico sommerso di Baia, nel golfo di Pozzuoli. La Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia, da sempre attenta ai temi della tutela e della valorizzazione del Patrimonio archeologico e sensibile alla problematica connessa con la protezione dei Beni sommersi disseminati lungo le coste della regione, ha accettato con grande disponibilità la proposta di collaborare con l’Istituto e ha offerto, come primo oggetto di intervento, il relitto di San Pietro in Bevagna, con la soddisfazione e l’approvazione dell’Amministrazione comunale della città di Manduria, che si è mostrata da subito interessata alla promozione dell’evento e pronta a collaborare per la migliore riuscita dello stesso. La nave naufragata a San Pietro in Bevagna intorno alla prima metà del III sec. d.C., poteva avere una lunghezza di circa m. 20-22, per una larghezza di m. 5-6, e trasportava sarcofagi di marmo bianco, di forma e di dimensioni diverse e dal peso variabile dai 1000 ai 6.000 chilogrammi, provenienti dall’Egeo e dall’Asia Minore. Probabilmente i manufatti erano destinati a Roma, dove sarebbero stati sbarcati nella Statio Marmorum di Ostia; da qui, per via fluviale, a bordo delle naves Caudicariae, sarebbero giunti alla Ripa Marmorata, presso il monte Testaccio, e nel Campo Marzio, dove operavano i marmorari, presso la Statio Rationis Marmorum. In questo sito ricco di suggestione e di storia, nel prossimo mese di giugno i tecnici dell’Istituto attiveranno un cantiere finalizzato alla creazione di un piccolo ma interessantissimo parco archeologico sommerso, il secondo della Penisola, dopo quello di Baia. I biologi dell’Istituto potranno, inoltre, studiare le forme di vita marina presenti sui reperti, mentre, a cura degli archeologi e dei restauratori, sarà redatta una scheda informativa sul loro stato di conservazione. I visitatori, accompagnati da guide subacquee, potranno fruire di una escursione di alto contenuto culturale, supportata da pannelli didattici sistemati sul fondo, accanto ai manufatti marmorei facenti parte del carico della nave naufragata. Se il progetto, come si auspica, avrà successo, si potrà pensare anche alla possibilità di attivare un servizio di battelli con fondo trasparente ed escursioni per visite dalla superficie con maschera e pinne (il relitto è a soli 100 metri da riva su un fondale di 5 metri).

Fonte:

www.beniculturali.it